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Ictus cerebrale, aprile è il mese della prevenzione

La parola d'ordine è "tempestività dei soccorsi", ma non solo: l'Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale ricorda anche l'importanza della prevenzione

Ictus cerebrale, aprile è il mese della prevenzione

L’ictus cerebrale colpisce una persona ogni sei secondi, senza fare distinzioni di età o di sesso. Le conseguenze sono disastrose: questo evento vascolare miete ogni anno più vittime di quanto non facciano l’Aids, la tubercolosi e la malaria messe insieme. Nella sola Italia è la causa di una quota variabile tra il 10 e il 12% dei decessi registrati in un anno, rappresenta la prima causa di invalidità e la seconda di demenza con perdita di autosufficienza.

E’ proprio alla luce di questi dati che l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce. Italia Onlus) sceglie di dedicare l’intero mese di aprile alla prevenzione dell’ictus cerebrale, cogliendo l’occasione per sottolineare non solo l’importanza della conoscenza e del riconoscimento dei sintomi, ma anche – e soprattutto – della diagnosi precoce e di un intervento tempestivo alla comparsa dei segnali che fanno sospettare un ictus in corso. Gli effetti invalidanti dell’ictus potrebbero infatti essere azzerati o quantomeno ridotti drasticamente in diverse migliaia di casi se nelle primissime ore dalla comparsa dei sintomi chi è colpito da un ictus ricevesse cure adeguate.

Per questo la parola d’ordine deve essere “tempestività dei soccorsi”. Ma non solo. Purtroppo, sottolinea A.L.I.Ce., nella maggior parte delle regioni italiane il personale del 118 è tenuto, in base ai protocolli vigenti, a portare il paziente al Pronto Soccorso più vicino, indipendentemente dal fatto che sia o meno dotato di una Unità Emergenza Ictus (la cosiddetta Stroke Unit).

Le Stroke Unit, purtroppo, non sono ancora diffuse in maniera capillare, come dovrebbero

sottolinea Carlo Gandolfo, professore ordinario di Neurologia all’Università degli Studi di Genova.

Il Ministero della Salute stima che in Italia dovrebbero esserne presenti oltre 300 (numero ottimale 350), mentre ne risultano operative meno di 160, concentrate principalmente nel Nord Italia: nel Meridione si muore più di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le Unità di Emergenza Ictus sono quasi assenti. Purtroppo la mancanza di una buona copertura nazionale così come di una rete assistenziale integrata fa sì che l’ictus abbia conseguenze molto gravi non solo per il paziente ma anche per i suoi familiari e caregiver.

Infatti come spiega Giuseppe Micieli, direttore del Dipartimento di Neurologia d’Urgenza dell’Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia,

intervenire tempestivamente permette di ridurre notevolmente il rischio di danni cerebrali permanenti. Per questo motivo, il 118 di tutte le Regioni dovrebbe attivare, come avviene ad esempio in Liguria e in Lombardia, uno specifico protocollo di emergenza, il cosiddetto “Codice Ictus”, una sorta di “corsia preferenziale” per il paziente colpito da ictus che consente di guadagnare minuti estremamente preziosi.

In particolare, mortalità e disabilità da ictus potrebbero essere ridotte notevolmente con la diffusione del trattamento trombolitico che, somministrato entro le prime 4 ore dall’inizio dei sintomi consente a circa un terzo delle persone colpite da ictus ischemico di tornare presto a casa completamente guarite. In un altro 50% di casi è invece possibile fare ritorno a casa in buone condizioni funzionali.

Purtroppo, però, solo il 40% dei pazienti italiani colpiti da ictus arriva in una Stroke Unit entro le prime 4 ore dalla comparsa dei sintomi. Non solo, la mancanza di un percorso di assistenza e di riabilitazione predefinito fa sì che una volta dimessi dall’ospedale i pazienti si trovino ad affrontare ancora molte difficoltà.

La cura non è però tutto. Infatti come ricorda Paolo Binelli, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus,

l’ictus non solo si può curare, ma si può prevenire in oltre l’80% dei casi seguendo adeguati stili di vita: come un’alimentazione sana, che preveda la dieta mediterranea, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale e l’astensione dal fumo.

Per questo per tutto il mese di aprile la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus, con le sue oltre 70 Associazioni locali, darà vita a diverse iniziative di prevenzione, di sensibilizzazione e di informazione su questa patologia. Per maggiori informazioni sugli eventi in programma potete consultare il sito www.aliceitalia.org.

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