Benessereblog Alimentazione Supercibi a SANA 2014, l’alimentazione è una cura?

Supercibi a SANA 2014, l’alimentazione è una cura?

Alcuni cibi sono considerati veri e propri elisir di benessere, ma secondo gli esperti è bene trattarli "con le pinze". Ecco cosa ne pensano gli esperti riuniti i occasione del Salone Internazionale del Biologico e del Naturale

Supercibi a SANA 2014, l’alimentazione è una cura?

Il cibo non è solo nutrimento: accanto a carboidrati, proteine e grassi attraverso l’alimentazione è possibile introdurre nell’organismo anche altre molecole preziose per la salute. Nel caso di alcuni alimenti queste ultime sono talmente concentrate da farli considerare veri e propri supercibi; per questo la loro assunzione viene spesso promossa come strumento per prendersi cura dell’organismo. Ma il cibo può essere davvero paragonato a un medicinale?

Gli esperti del settore ne hanno parlato approfonditamente durante i convegni che hanno animato SANA 2014, il 26mo Salone Internazionale del Biologico e del Naturale che si è concluso ieri a Bologna. La conclusione sembra essere abbastanza chiara: se è vero che alcuni cibi hanno caratteristiche che li rendono potenzialmente ideali in un’alimentazione benefica per l’organismo, in molti casi manca una prova definitiva della loro efficacia come rimedi da utilizzare nella prevenzione o nella cura dei disturbi di salute. Per di più dosare precisamente i principi attivi presenti in cibi e bevande è molto difficile, a volte ancora impossibile. Per questo motivo non è possibile assumerne con sicurezza una dose tale da ottenere l’effetto terapeutico desiderato.

Caffè, soia e broccoli: supercibi oppure no?

caffè cirrosi

Un caso su tutti è quello del caffè. I suoi effetti benefici nei confronti della salute sono stati portati alla luce da diversi studi scientifici; Stefano Brillanti, esperto dell’Università di Bologna, ne ha ricordato i benefici per il fegato, soprattutto nel caso delle persone più esposte a rischi, ma non solo. Il caffè aiuterebbe, ad esempio, a ridurre il tasso di mortalità. Spesso questi effetti vengono automaticamente associati alla caffeina, ma in realtà i potenziali meccanismi di azione si basano sul fatto che il caffè è una miscela complessa di molecole.

Ad oggi, ha spiegato Brillanti, abbiamo liste di presunti agenti benefici e dei loro effetti. Per quanto riguarda, ad esempio, la caffeina ci sono le prove che ha un’azione antifibrogenetica. Ma il tipo di molecole presenti nel caffè non è l’unico fattore da prendere in considerazione. A fare la differenza è anche il metodo di preparazione della bevanda, da cui dipendono di sicuro i contenuti di caffeina e potenzialmente anche quelli di altri principi attivi. Altri fattori da prendere in considerazione sono la miscela, da cui si sanno dipendere i livelli di caffeina e di acido clorogenico, e la tostatura, il cui grado influenza l’attività antinfiammatoria e quella antiossidante del caffè. Infine, l’effetto del caffè dipende anche dal microbioma intestinale di chi lo assume.

Un discorso simile può essere fatto nel caso della soia. Fra i suoi principi attivi più studiati sono inclusi gli isoflavoni, ma come ha spiegato Franceso Azzaroli dell’Università di Bologna il loro contenuto è molto diverso a seconda del prodotto a base di soia preso in considerazione. Nel tofu, ad esempio, è pari a circa un quinto di quello della soia in quanto tale. Anche per questo motivo, ha sottolineato l’esperto, la variabilità dei risultati ottenuti nei vari studi condotti sul tema non deve sorprendere.

Per di più anche nel caso della soia bisogna tenere in conto la presenza di altre molecole che possono avere un effetto, anche negativo, sull’organismo. Fra queste sono incluse i fitati, in grado di ridurre l’assorbimento dei minerali e quindi a rischio di problemi di accrescimento nei bambini e alla tiroide. Per di più l’assunzione di soia può alterare il ciclo mestruale, soprattutto nelle donne sottoposte a un elevato stress fisico, come le atlete. Insomma, secondo Azzaroli consumare soia è una buona idea, ma

in un’alimentazione il più possibile completa e nel più possibile varia.

Eleonora Pagnotta, della Fondazione Istituto Scienze della Salute, ha invece riportato l’attenzione sulle opportunità salutistiche delle brassicacee (ad esempio i broccoli, i ravanelli e il crescione), il cui punto di forza principale e più discusso è l’elevato contenuto in glucosinolati, molecole dalle attività antibatteriche e antitumorali. Inibendo gli enzimi che attivano le sostanze cancerogene introdotte dall’ambiente o con l’alimentazione e attivando enzimi detossificanti i glucosinolati aiutano a proteggere la salute, ma anche in questo caso il discorso è più complicato di quanto si potrebbe pensare.

La glucorafanina presente nel broccolo, nei germogli di cavolo nero toscano e nelle foglie di ricolma ha ad esempio bisogno di un’altra molecola, la mirosinasi, per essere trasformata nel vero e proprio principio attivo salutare di queste brassicacee, il sulforafano. Purtroppo, però, la coltura può inattivare la mirosinasi. Per di più il sulforafano ha un’emivita molto breve che non permetterebbe effetti prolungati se venisse ingerito in quanto tale. Infine, anche il microbioma intestinale (in particolare lattobacilli e bifidi) gioca un ruolo determinante.

Ai glucosinolati si aggiungono poi altre molecole importanti, dalle vitamine al calcio e al potassio, passando per proteine contenenti diversi aminoacidi essenziali, acido linoleico e acineo linolenico, ma anche acido erucico, la cui assunzione deve essere limitata.

Supercibi con punti deboli

Menopausa soia

Anche i supercibi, insomma, hanno le loro limitazioni. Non bisogna poi trascurare un altro aspetto, nei cui confronti Brillanti prende una chiara posizione.

Se andare a tavola deve diventare un modo alternativo di somministrare delle medicine, io non ci sto. Uno va a tavola per mangiare socializzare stare bene

ha sottolineato l’esperto.

Da questo punto di vista la soluzione ideale sembra quella riproposta da Enrico Roda della Fondazione Istituto Scienze della Salute:

La dieta mediterranea

ha sottolineato l’esperto

è il cardine di tutto.

Facendo perno su questo cardine è possibile agire arricchendola, ma c’è da scommettere che siano in molti coloro che come Brillanti non hanno difficoltà ad ammettere:

Preferisco un caffè che mi dà meno benefici ma almeno me lo gusto con le papille gustative.

    Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Cosa deve e non deve mangiare chi ha l’anemia mediterranea
Malattie

Chi ha l’anemia mediterranea, anche in base alla gravità della patologia del sangue, che è ereditaria e può essere trasmessa ai propri figli, deve prestare massima attenzione agli alimenti ricchi di ferro, per evitare accumuli. Il ferro è presente in alimenti di tipo animale e di tipo vegetale, anche se l’assorbimento è maggiore nei primi rispetto ai secondi e varia anche in base alle condizioni di salute di ogni paziente.