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Mamme e psicologia, quando il problema è la sindrome di Munchausen per procura

Ecco cosa è la “sindrome di Munchausen per procura”, come si manifesta e come affrontare questo grave problema.

Mamme e psicologia, quando il problema è la sindrome di Munchausen per procura

I bambini, si sa, talvolta inventano di avere la febbre pur di non andare a scuola, ma cosa accadrebbe se, anzichè la febbre, il piccolo lamentasse dei sintomi più gravi, senza che questi siano effettivamente reali? E cosa accadrebbe se all’origine di questo disturbo vi fosse proprio la madre, oppure il padre? Ciò avviene nel caso della “sindrome di Munchausen per procura”, una sindrome ben riconosciuta e nota a livello internazionale, ma ancora sotto-diagnosticata nel nostro Paese. Si tratta ad esempio del caso della scrittrice olandese Roos Boum, che in un suo libro autobiografico dal titolo “La Sindrome di Munchausen per procura. Malerba: storia di una infanzia lacerata”, racconta le difficoltà che ha dovuto affrontare quando era vittima della madre, che aveva inventato per lei una malattia che le ha davvero devastato la vita.

Proprio la “sindrome di Munchausen per procura” è stata al centro di una recente ricerca condotta dai pediatri dell’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma, i quali hanno portato in luce dei dati molto importanti.

Per analizzare il problema, gli esperti hanno preso in esame un campione di 751 bambini ricoverati nel reparto di Pediatria del Policlinico Gemelli dal 2007 al 2010. Al 2% di questi bambini era stato diagnosticato un “disturbo fittizio”, ed analizzando meglio la situazione, sarebbe emerso che spesso si trattava di disturbi inventati dal bambino stesso.

Dato ancor più inquietante è quello che riguarda 4 casi, in cui sarebbe stato uno o entrambi i genitori ad arrecare il danno al bambino, per poi ricoverarlo in ospedale, sottoponendolo così ad esami e trattamenti in realtà inutili, e molto dannosi per la sua salute. In 3 casi su 4 si è trattato della madre.

Come dicevamo però, nel nostro Paese la diagnosi di questa patologia arriva fin troppo tardi, e ciò può mettere a rischio la salute del bambino.

Per accorciare i tempi della diagnosi sarebbe utile avere accesso in rete a informazioni sulla storia clinica del bambino, per esempio quante volte è stato ricoverato in altri ospedali, perché spesso le madri o chi inventa la malattia peregrinano da una struttura all’altra.

spiegano gli autori della ricerca

È importante ovviamente, una volta riconosciuta la sindrome, prestare aiuto oltre che al bambino anche alla madre stessa, garantendogli un’assistenza psicologica adeguata.

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