Benessereblog Salute Embrioni spariti, nuova accusa contro l’ospedale Pertini?

Embrioni spariti, nuova accusa contro l’ospedale Pertini?

A denunciarlo alla stampa sarebbe una coppia romana, ma l'Asl Roma B smentisce

Embrioni spariti, nuova accusa contro l’ospedale Pertini?

Non c’è pace per l’Ospedale Sandro Pertini di Roma. Dopo la riapertura del centro di procreazione medicalmente assistita finito nell’occhio del ciclone per la vicenda degli embrioni scambiati ora sul nosocomio capitolino sembrerebbe essere piombata una nuova accusa: quella che siano spariti gli embrioni di un’altra coppia.

Stando a quanto riporta l’Huffington Post una coppia romana avrebbe infatti raccontato a La Repubblica di non riuscire a scoprire quale sia stato il destino degli embrioni ottenuti dai cicli di fecondazione assistita cui si sono sottoposti tempo fa. La coppia accuserebbe l’ospedale di non aver fornito le informazioni richieste su che fine abbiano fatto gli embrioni che non sono stati impiantati nell’utero della donna.

Riportando le parole dei due protagonisti l’Huffington Post racconta che la donna sarebbe stata sottoposta a una cura embrionale grazie alla quale i medici sarebbe riusciti a prelevare 8 ovociti, 6 dei quali sarebbero stati inseminati. Alla fine gli embrioni ottenuti sarebbero stati 5, “tutti buoni”, affermerebbe la donna. Nessun tentativo di gravidanza sarebbe però andato a buon fine.

La coppia, spaventata all’idea di sottoporsi daccapo alla terapia ormonale, avrebbe voluto sapere se gli embrioni non trasferiti nell’utero fossero stati conservati bene, ma l’uomo racconterebbe che per mesi la cartella ambulatoriale richiesta sarebbe stata negata e che quando, nello scorso novembre, finalmente sarebbe giunta nelle loro mani avrebbe contenuto correzioni a penna del suo nome.

L’uomo e la donna avrebbero parlato di “pennarelli neri per scrivere sulle provette”, di un dottore (un biologo?) che parla di due embrioni “buttati via perché non buoni” nonostante tre giorni prima alla coppia fosse stato detto “il contrario”. Gli embrioni sarebbero stati distrutti

senza nemmeno avvertirci

sosterrebbe la donna

né lasciarci un certificato scritto, come è invece previsto dal protocollo che ci ha fatto vedere il nostro avvocato.

Al momento questo è tutto ciò che è stato diffuso in merito alla vicenda.

    Aggiornamento

    L’Asl Roma B, cui fa capo l’ospedale Sandro Pertini, replica con una decisa smentita alle accuse della coppia romana che accusa la struttura di aver fatto sparire i suoi embrioni. In una nota stampa l’azienda sanitaria ha infatti ribattuto che

    nella cartella clinica richiesta e consegnata agli assistiti il 20 novembre scorso, risulta testualmente che gli embrioni rimanenti e non utilizzati, “tenuti in osservazione e in coltura, non hanno dato segni di vitalità: pertanto non è stato possibile procedere alla loro crioconservazione e sono stati eliminati secondo le normative vigenti”.

    Queste informazioni, proseguono dall’Asl, sarebbero già state date

    come attestato dalla stessa assistita, alla paziente negli incontri avvenuti con i medici durante il periodo in cui era seguita nel centro.

    Non sarebbe quindi vero che alla coppia era stato riferito che gli embrioni fossero “buoni” e il caso, di fatto, non esisterebbe.

    L’azienda sanitaria locale ha approfittato della nota stampa per sottolineare che

    dalla triste vicenda del marzo 2014, il Centro di procreazione medicalmente assistita dell’ospedale Pertini è stato messo totalmente in sicurezza. In particolare tutti i campioni crioconservati, esistenti nel centro, sono stati oggetto di perizia tecnica e tra questi non era presente alcun campione riferibile agli assistiti citati dalle notizie di stampa.

    Questa operazione dovuta e voluta, per garantire la massima trasparenza è stata affidata ad ente terzo certificato.

    Tale attività ha escluso categoricamente la possibilità che altri campioni potessero essere presenti

    afferma l’Asl in merito agli embrioni della coppia, aggiungendo che

    il consenso informato è preventivo, ma non costituisce automatica certezza della effettiva capacità di sopravvivenza degli embrioni in coltura.

    Per il futuro

    concludono dall’Azienda sanitaria locale

    ci auguriamo che il Centro di procreazione medicalmente assistita, ristrutturato, messo in sicurezza e potenziato, possa proseguire la propria attività di assistenza con la necessaria serenità, soprattutto per le numerosa coppie che costantemente si rivolgono con fiducia al centro.

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Via | Huffngton Post; Focus/Adnkronos

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