Benessereblog Alimentazione Alimentazione infantile:troppe merendine e poco sport

Alimentazione infantile:troppe merendine e poco sport

A far scattare l’allarme sulla salute dei nostri bimbi in Italia è stato il CNR di Avellino, con un’indagine svolta in Campania su circa 5000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. Secondo questi dati, in questa fascia del’infanzia si consumano troppe bevande zuccherate e troppi snack dolci confezionati, che ormai sono divenuti parte […]

Alimentazione infantile:troppe merendine e poco sport

A far scattare l’allarme sulla salute dei nostri bimbi in Italia è stato il CNR di Avellino, con un’indagine svolta in Campania su circa 5000 bambini tra i 5 e gli 11 anni. Secondo questi dati, in questa fascia del’infanzia si consumano troppe bevande zuccherate e troppi snack dolci confezionati, che ormai sono divenuti parte integrante delle abitudini alimentari dei nostri piccoli.

Inoltre solo il 53% dei bambini pratica attività fisica regolare, mentre ben il 61% guarda la televisione o gioca ai videogiochi, come hobby principale durante le proprie di tempo libero. Il 26% è in sovrappeso e addirittura il 21% è obeso.

Naturalmente le zone più colpite sono le aree urbane, a dispetto di quelle rurali, a causa dei ritmi di vita differenti. In ogni caso i dati sono preoccupanti, soprattutto se confrontati con quelli del resto d’Europa. Per questo motivo i nostri pediatri e dietologi non si stancheranno mai di ripetere che una buona torta fatta in casa ed una spremuta casareccia rappresentano la merenda migliore.

Foto | Flickr

Seguici anche sui canali social

Ti potrebbe interessare

Cosa deve e non deve mangiare chi ha l’anemia mediterranea
Malattie

Chi ha l’anemia mediterranea, anche in base alla gravità della patologia del sangue, che è ereditaria e può essere trasmessa ai propri figli, deve prestare massima attenzione agli alimenti ricchi di ferro, per evitare accumuli. Il ferro è presente in alimenti di tipo animale e di tipo vegetale, anche se l’assorbimento è maggiore nei primi rispetto ai secondi e varia anche in base alle condizioni di salute di ogni paziente.