Benessereblog Salute La febbre da fieno aumenta il rischio di ansia e depressione negli adolescenti

La febbre da fieno aumenta il rischio di ansia e depressione negli adolescenti

La febbre da fieno e le allergie possono aumentare il rischio di ansia negli adolescenti.

La febbre da fieno aumenta il rischio di ansia e depressione negli adolescenti

L’allergia e la febbre da fieno possono aumentare il rischio di ansia e depressione per gli adolescenti. A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato su Annals of Allergy, Asthma and Immunology, secondo cui le allergie possono avere conseguenze gravi e di vasta portata, specialmente per i pazienti adolescenti. Lo studio ha identificato 25 ricerche che hanno esaminato gli effetti della febbre da fieno e dell’allergia oculare negli adolescenti dai 10 ai 17 anni, e ha analizzato i sintomi, l’impatto sulle attività quotidiane, gli aspetti emotivi, l’impatto sul sonno, sul rendimento scolastico, e la sostenibilità del trattamento.

Il carico emotivo della febbre da fieno può essere enorme per gli adolescenti

spiegano gli autori dello studio, dal quale emerge che gli adolescenti che soffrono di queste condizioni rischiano maggiormente di soffrire di ansia e depressione, tendono ad essere più impulsivi, ostili, e a cambiare spesso idea.

La mancanza di sonno o un sonno “povero” sono entrambi enormi problemi per gli adolescenti, e questa può essere aggravata dai sintomi della febbre da fieno con o senza allergie oculari. Il sonno insufficiente può avere un impatto negativo sulla frequenza scolastica, sulle prestazioni e sul rendimento scolastico.

Come se ciò non bastasse, le allergie possono influenzare negativamente anche altri aspetti della vita di un adolescente, come le capacità di guida e quelle di lettura, e ciò può avere un impatto negativo sul benessere psicologico. Gli adolescenti possono infatti essere particolarmente vulnerabili perché imbarazzati dai loro sintomi, e per evitare che ciò accada, un bravo allergologo dovrebbe riuscire a trovare dei trattamenti adatti che possano ridurre al minimo il fastidio, in modo da non compromettere la qualità della vita dei pazienti.

via | ScienceDaily
Foto da iStock

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