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Mastectomia: cos’è e quando serve l’intervento

Quando è necessario un intervento di mastectomia? Leggi in cosa consiste l'intervento e quali sono le possibili alternative alla mastectomia totale

Mastectomia: cos’è e quando serve l’intervento

Fonte immagine: Pixabay

La mastectomia è un intervento chirurgico volto a eliminare parzialmente o totalmente il tessuto mammario. Si tratta di una procedura che viene eseguita nei casi di tumore al seno o qualora si rendesse necessario adottare una strategia di prevenzione del cancro al seno nelle persone maggiormente a rischio.

Nei casi di cancro al seno in fase iniziale, alla mastectomia si potrebbe preferire la cosiddetta lumpectomia, un intervento più conservativo, in cui si agisce solamente sul tumore, salvando il tessuto mammario circostante.

In altri casi (ad esempio negli stadi più avanzati o nel caso della mastectomia preventiva), può essere necessario fare ricorso a un intervento più radicale, andando ad asportare tutto il seno, inclusa la zona del capezzolo (mastectomia totale). Quest’ultima può essere preservata solo se è esclusa la possibilità che venga interessata a sua volta dalla malattia.

In realtà, il termine “mastectomia” indica diversi tipi di procedure chirurgiche.

L’intervento, ad esempio, può essere eseguito con lo scopo di rimuovere uno o entrambi i seni (rispettivamente mastectomia unilaterale e mastectomia bilaterale). Durante la procedura, il chirurgo potrà inoltre rimuovere dei linfonodi dalla zona interessata, per valutare l’eventuale diffusione del cancro.

Quando si fa una mastectomia?

Fonte: Pixabay

Una mastectomia del seno viene solitamente consigliata come possibile via terapeutica per coloro che ricevono una diagnosi di carcinoma mammario o per coloro che presentano un elevato rischio di sviluppare il tumore al seno. Si tratta di un intervento che interessa non solo la donna, ma anche l’uomo. La mastectomia può infatti essere eseguita anche negli uomini con tumore della mammella.

Le modalità di trattamento saranno stabilite in accordo con il parere del chirurgo e dell’oncologo, e dipenderanno dall’estensione della malattia, dallo stadio del tumore e dalla storia personale del paziente.

Rispetto ad altri tipi di trattamenti, la mastectomia offre certamente una serie di vantaggi che il paziente deve conoscere.

E’ ad esempio più basso il rischio di recidiva del tumore al seno dopo una mastectomia totale. In alcuni casi, il trattamento può essere preferito ad altri interventi anche per motivi estetici. Nel caso di un seno di piccole dimensioni, ad esempio, si potrebbe ottenere un aspetto più gradevole.

Dal punto di vista medico, verrà preferita la mastectomia totale in caso di tumore multicentrico (localizzato in zone differenti della mammella) o di tumori di dimensioni importanti.

Mastectomia per prevenire il cancro al seno

Quando l’intervento è motivato dalla volontà di prevenire il rischio di cancro al seno, si parla di “mastectomia preventiva” o profilattica. L’intervento è spesso consigliato per coloro che presentano un elevato rischio di sviluppare la malattia.

Tale rischio viene stabilito sulla base della storia medica e familiare del paziente, oltre che su accertamenti che evidenziano la presenza di determinate mutazioni genetiche collegate al rischio di cancro al seno.

Ben noto è, ad esempio, il caso dell’attrice Angelina Jolie, che diversi anni fa si sottopose a un intervento di mastectomia bilaterale, per prevenire il rischio di cancro al seno, malattia alla quale era particolarmente esposta a causa di un gene mutato di natura ereditaria (il Brca1, Brca2 e il p53 o “proteina tumorale 53”).

E’ noto anche il caso del personaggio televisivo Sharon Osbourne, che decise di farsi asportare entrambi i seni per evitare che un’eventuale recidiva del cancro al colon le colpisse il seno. Anche la Osbourne aveva scoperto di avere una mutazione genetica che aumentava il rischio di ammalarsi di cancro al seno.

Scelte importanti, quelle prese dai due personaggi, che con le loro esperienze di intervento hanno fatto riflettere e hanno messo la mastectomia al centro della discussione in merito alla prevenzione del tumore al seno.

Quanti punti di invalidità per mastectomia?

Sebbene siano considerate formalmente “sane”, le persone portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2 che sceglieranno di sottoporsi a una mastectomia preventiva per ridurre il rischio di tumore, possono ricevere fino al 40% di percentuale di invalidità.

Diverse tipologie di mastectomia

Come abbiamo già anticipato, in realtà con il termine “mastectomia” si indicano diversi tipi di intervento. La procedura può essere totale o parziale, unilaterale o bilaterale. Si parla di mastectomia radicale quando vi è l’asportazione completa della ghiandola mammaria, compresi capezzoli, areola, muscoli pettorali e linfonodi ascellari. In tal caso, si può parlare anche di mastectomia con svuotamento ascellare.

Parliamo invece di mastectomia semplice quando viene rimosso l’intero seno (inclusi capezzolo, areola e un’area della pelle circostante), ma non vengono invece prelevati i linfonodi ascellari.

La procedura può però preservare il tessuto cutaneo (mastectomia skin-sparing), qualora si volesse procedere con la ricostruzione del seno dopo l’intervento.

Se il tumore risulta circoscritto a un solo quadrante del seno, si può procedere invece con la quadrantectomia, intervento che comporta l’asportazione di una porzione della ghiandola mammaria. Il procedimento può essere eseguito soprattutto nei casi di tumore al seno agli stadi iniziali.

In che cosa consiste l’intervento di mastectomia?

Mastectomia
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Come viene eseguito un intervento di mastectomia? La procedura viene eseguita solitamente in anestesia totale. Il chirurgo oncologo eseguirà un’incisione attorno al seno, in modo da rimuovere il tessuto mammario o, a seconda della strada stabilita, anche altre parti del seno. A prescindere dal tipo di intervento eseguito, il chirurgo farà analizzare sia il tessuto mammario che i linfonodi rimossi.

Al termine dell’operazione, verranno applicati dei punti di sutura e sarà inserito l’apposito drenaggio, in modo da eliminare i liquidi che si accumulano dopo l’intervento chirurgico.

Quanti giorni in ospedale dopo la mastectomia?

La degenza in caso di mastectomia totale può andare da 1 a 2 giorni. Il riposo in ospedale è necessario affinchè, in caso di necessità o complicazioni, il o la paziente riceva i trattamenti necessari il più presto possibile.

Dopo l’intervento sarà applicato un apposito bendaggio per proteggere la ferita. Nei giorni successivi potrai avvertire una sensazione di pizzicore e dolore nella zona delle ascelle.

Quanto dura il dolore dopo l’intervento?

Il dolore dopo la mastectomia potrebbe durare alcune settimane, o anche alcuni mesi a seconda del caso specifico. In alcuni casi, dopo l’intervento chirurgico è possibile sviluppare formicolio e dolore ai nervi (dolore neuropatico) che interessano la zona toracica, l’ascella e il braccio.

In casi del genere, il dolore tende a non sparire con il passare delle settimane (dolore persistente post-mastectomia).

Il disturbo sembra interessare tra il 20 e il 30% delle donne dopo un intervento chirurgico. Se dovessi avvertire dolori cronici dopo la mastectomia, o altri sintomi di questo tipo, parlane con il medico per conoscere i trattamenti disponibili.

Come vestirsi dopo una mastectomia?

Poco dopo l’intervento, bisognerà rimanere in ospedale per alcuni giorni. In questa fase, è consigliabile indossare abiti confortevoli e pratici.

Per i giorni di degenza, sarà utile portare in ospedale un pigiama o una camicia da notte (o più di una) con bottoni e apertura sul davanti, in modo da rendere le medicazioni e la gestione delle ferite il più agevole possibile.

Indossa maglie ampie che non sfreghino sulla pelle, e che siano facili da indossare e da togliere.

Cosa succede dopo una mastectomia?

Come cambia la vita dopo una mastectomia? In seguito all’operazione, la persona può scegliere se procedere con un ulteriore intervento di ricostruzione del seno. La procedura può essere eseguita in contemporanea con l’operazione di rimozione delle ghiandole mammarie o anche in seguito, dopo mesi o anche anni. Oltre alla ricostruzione del seno, è però possibile optare per strade differenti.

Oggigiorno esistono numerose tecniche di tatuaggi per coprire le cicatrici dell’intervento nelle pazienti che non desiderano sottoporsi a un ulteriore procedura medica.

Inoltre, molte donne scelgono sempre più spesso di non optare per la ricostruzione, adottando il cosiddetto “going flat”, in modo da favorire un recupero più rapido dalla malattia e tornare a condurre una vita normale dopo l’intervento.

Fonti

  1. Andosonlusnazionale.it
  2. Cancer.org
  3. Mayo Clinic
  4. Cancer.org – Post-mastectomy Pain Syndrome

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