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Cibi contaminati: ogni anno 420mila morti nel mondo

Alla prima Conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare si parla di morti per cibi contaminati: 420mila ogni anno.

Cibi contaminati: ogni anno 420mila morti nel mondo

I cibi contaminati fanno morire ogni anno 420mila persone nel mondo. Mentre sono 600mila le persone che si ammalano per lo stesso motivo. Sono i nati che emergono dalla prima Conferenza internazionale sulla sicurezza alimentare organizzata da Fao, Oms e Unione Africana nella città di Addis Abeba.

Nel mondo è allarme per i cibi non sicuri dal punto di vista igienico sanitario, quegli alimenti, cioè, contaminati da parassiti, tossine, batteri, virus o altre sostanze chimiche. Il costo stimato è di 100 miliardi di dollari nei paesi a basso e a medio reddito.

I cibi contaminati possono portare a soffrire di malattie spesso mortali. Patologie che non solo mettono a rischio la salute delle persone, ma che mettono in pericolo i sistemi sanitari dei paesi interessanti, causando anche danni al turismo, all’economia e al commercio. Gli esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Unione Africana sottolineano come la sicurezza di quello che mangiamo

deve essere l’obiettivo fondamentale ad ogni stadio della catena alimentare dalla produzione alla fasi di raccolta, lavorazione, conservazione, distribuzione e consumo.

La sicurezza alimentare è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile che il mondo si è prefissato e che vuole (e deve) raggiungere a breve. Per José Graziano da Silva, direttore generale della FAO, la conferenza vuole essere

una grande opportunità per la comunità internazionale di rafforzare gli impegni politici e intraprendere azioni chiave. Salvaguardare gli alimenti è una responsabilità condivisa e tutti dobbiamo fare la nostra parte, lavorando insieme per rendere il punto della sicurezza alimentare prioritario nelle agende politiche nazionali e internazionali.

Foto Pixabay

Via | Ansa

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