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Psicologia, i soldi comprano la felicità?

I soldi fanno la felicità? Ecco la risposta degli esperti a questa famosa domanda.

Psicologia, i soldi comprano la felicità?

Soldi e felicità: esiste davvero un legame? Rispondere a questa domanda non è affatto semplice, ma noi vogliamo comunque provarci, nel nostro angolo dedicato ai misteri della mente e ai meccanismi della nostra psiche. La domanda è semplice: “I soldi fanno davvero la felicità”? Chi guadagna pochi soldi di certo vorrebbe guadagnarne un po’ di più … ma quanti in più esattamente? E questi soldi in più, come cambierebbero la nostra vita? A cercare di analizzare la questione sarebbero stati i ricercatori che hanno preso parte al simposio dal tema “Soldi felici 2.0: nuove informazioni sul rapporto tra denaro e benessere”, dove è stato innanzitutto presentato un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Psychological Science, dal quale sarebbe emerso che fare acquisti “esperenziali” rende certamente più felici rispetto al fare degli acquisti di oggetti materiali. In che senso? Semplice…!

Se spendiamo i nostri soldi per fare qualcosa (per andare a cena, per fare una vacanza, per andare al cinema, ad un concerto o a teatro), la scienza dimostra che potremmo essere molto più felici rispetto che se li spendessimo per acquistare un nuovo paio di scarpe, un abito o un cellulare nuovo. Personalmente devo dire che questa teoria nel mio caso combacia davvero: fra l’acquistare un oggetto materiale, ed il trascorrere qualche ora o qualche giorno nello svolgimento di un’attività che mi piace, preferisco di gran lunga la seconda opzione.

Inoltre, come dimostra la ricerca, proprio l’attesa di un’esperienza suscita molta più felicità ed eccitazione rispetto all’attesa di avere fra le mani un oggetto materiale. Insomma, il periodo che anticipa il momento in cui faremo acquisti esperienziali è indubbiamente più piacevole rispetto a quello che anticipa gli acquisti materiali.

Less is more?

Ma la questione non finisce qui. Una seconda ricerca, quella pubblicata su Personality and Social Psychology Bulletin, dimostra infatti la ricchezza materiale, così come quella esperienziale, tende a ridurre la capacità delle persone di assaporare le gioie e le esperienze più semplici. Il problema potrebbe essere però affrontato semplicemente ricordando quali e quante avversità si sono presentate in passato, almeno secondo quanto emerge da un altro studio, pubblicato su Social Psychological and Personality Science (SPPS).

Semplicemente ricordare alle persone che il futuro può essere imprevedibile, le porta a fermarsi per odorare le rose,

spiega il ricercatore Jordi Quoidbach.

A conti fatti dunque, appare chiaro che non è la ricchezza in sé la chiave della felicità, ma i ricercatori della Harvard Business School, dell’Università di Mannheim e della Yale University, hanno voluto analizzare più a fondo la questione, cercando di scoprire se diventare ricchi rappresenta in qualche modo la strada per la felicità, o se magari non sia il perseguire l’ideale della ricchezza il mezzo più efficace per raggiungere il proprio benessere emotivo.

La strada per la ricchezza è la strada per la felicità?

In base a quanto emerso dal nuovo studio, sembra infatti che gli individui ricchi tendano a riferire che, se avessero tre o quattro volte più soldi di quanti ne possiedono attualmente, la loro felicità raggiungerebbe il punteggio “10”, e ciò varrebbe indipendentemente da quanta ricchezza abbiano già accumulato.

Le persone ricche – sia che abbiano 1 milione o 10 milioni di dollari – non sono più felici con l’aumentare della loro ricchezza

conclude il ricercatore Michael Norton.

Insomma, tirando le somme, la felicità attuale non sarebbe correlata alla ricchezza in sé, ma – se proprio vogliamo piuttosto alla strada che porta a raggiungerla.

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via | ScienceDaily
Foto | da Flickr di Tax Credits

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