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Gelosia e Alzheimer, esiste un legame?

Le donne più ansiose, gelose e nevrotiche sono quelle che corrono maggiori rischi di sviluppare la malattia di Alzheimer?

Gelosia e Alzheimer, esiste un legame?

La malattia di Alzheimer è più comune nelle donne rispetto che negli uomini, e sembra interessare soprattutto le donne che sono più gelose, nevrotiche, ansiose e stressate, almeno questo sarebbe quanto emerso da una ricerca condotta dai membri dell’Università di Göteborg, in Svezia, e pubblicata sulla rivista Neurology, secondo cui alcuni tratti della personalità possono effettivamente aumentare il rischio di insorgenza di questa particolare malattia.

Gli autori di questa nuova ricerca hanno constatato che la maggior parte degli studi sull’Alzheimer hanno coinvolto fino ad ora l’aspetto genetico, la correlazione con un eventuale trauma cranico, problemi al cuore e al sangue, come potenziali fattori di rischio della malattia. Adesso, a finire sotto la lente di ingrandimento sarebbe stato però l’equilibrio emotivo delle persone coinvolte.

I tratti della personalità di ciascuno di noi possono influenzare il rischio di Alzheimer? Per rispondere a questa domanda, il team di ricercatori ha esaminato un campione di 800 donne con un’età media di 46 anni, al fine di determinare la presenza di un’eventuale associazione tra personalità e morbo di Alzheimer.

Durante i 38 anni di follow-up, le donne hanno compilato dei test della personalità, mediante i quali è stato possibile valutare il loro livello di nevrosi, caratterizzato dunque da stati di ansia, sbalzi d’umore e sensazioni di gelosia, quelli di estroversione, caratterizzati da assertività, comportamento energico e spiccata preferenza per l’interazione sociale, ed infine quelli di introversione, caratterizzati da timidezza.

Durante il periodo di studio, le donne hanno anche descritto il loro stato d’animo, definendo se soffrivano di periodi di particolare stress, caratterizzati da paura, nervosismo, ansia, problemi di sonno, tensione o irritabilità. I periodi di stress sono stati misurati mediante una scala che va da 0 a 5, dove 0 indica l’assenza di stress, mentre 5 indica uno stress costante.

Nel corso del periodo di studio, il 19% delle donne analizzate ha sviluppato demenza, e stando a quanto emerso dai risultati, sembra che le donne che hanno registrato punteggi più elevati nei test, avrebbero corso un rischio due volte maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer rispetto a quelle che invece avevano registrato punteggi più bassi.

“La personalità – spiega la dottoressa Lena Johannsson riferendosi alle recenti scoperte – può influenzare il rischio di sviluppare demenza attraverso il suo effetto sul comportamento, sullo stile di vita o sulle reazioni personali allo stress”.

L’associazione sarebbe apparsa in maniera più netta nei casi di donne che avevano sperimentato periodi di stress particolarmente lunghi.

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via | Medicalnewstoday.com

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