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Psicologia, il fumo aumenta il rischio di suicidio

Il fumo aumenta il rischio di suicidio? Ecco cosa emerge da una recente ricerca.

Psicologia, il fumo aumenta il rischio di suicidio

Un nuovo studio lancia l’allarme: il fumo aumenta il rischio di suicidio. Il nesso fra suicidio e fumo di sigaretta era già stato identificato da tempo, ma la nuova ricerca condotta dai membri della Washington University School of Medicine ha fatto emergere un nuovo dettaglio interessante. Se è vero infatti che il più alto livello di suicidi legato al fumo potrebbe essere dovuto al fatto che spesso le persone che soffrono di disturbi psichici (come ad esempio di depressione) tendono anche a fumare, oggi scopriamo che non è solo questa la ragione di un simile fenomeno.

Una delle cause del collegamento che intercorre fra suicidio e fumo di sigarette potrebbe essere infatti legata proprio alle sostanze chimiche che si trovano all’interno di esse. Per giungere a tale conclusione, gli esperti – il cui studio è stato pubblicato sulla rivista Nicotine & Tobacco Research ed è stato guidato da Richard A. Grucza – hanno analizzato i tassi di suicidio negli Stati americani, ed hanno constatato che questi sono in netta diminuzione dove sono state aumentate le tasse sulle sigarette e dove le politiche sul fumo sono più severe e restrittive.

Grazie a queste due manovre infatti, in diversi Stati il numero di fumatori è sceso, e ciò avrebbe determinato anche una diminuzione del tasso di suicidi. Gli studiosi hanno inoltre rilevato un aumento dei tassi di suicidio negli Stati che invece avevano tasse sulle sigarette più basse e che seguivano politiche più permissive nei confronti del fumo in pubblico.

Tirando le somme, e basandosi sui dati raccolti nel database gestito dal National Center for Health Statistics, gli esperti della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno dunque constatato che il fumo può effettivamente aumentare il rischio di suicidio, e che le politiche per limitare il fumo possono invece ridurre questo tipo di morti. Nello specifico, pare che negli Stati in cui il fumo viene “ostacolato” dalle leggi e dalle tasse, il numero dei suicidi sarebbe sceso addirittura del 15% rispetto alla media nazionale. Dalle analisi sarebbe dunque emerso che ogni dollaro in più sulle tasse per le sigarette è associato a una diminuzione del 10% del rischio di suicidio.

Negli Stati che invece non hanno ancora imposto politiche più severe contro il fumo, i tassi di suicidio sarebbero al contrario aumentati fino al 6% rispetto alla media nazionale, negli anni che vanno dal 1990 al 2004.

“Dobbiamo davvero osservare più da vicino gli effetti del fumo e della nicotina, non solo per la salute fisica, ma anche per la salute mentale. Non sappiamo esattamente come il fumo influenzi il rischio di suicidio. Potrebbe entrare in gioco la depressione – ipotizzano gli autori della ricerca – o potrebbe aumentare la dipendenza da altre sostanze. Non sappiamo come il fumo eserciti questi effetti, ma i numeri mostrano che fa chiaramente qualcosa”.

Secondo gli esperti, proprio la nicotina potrebbe dunque essere un possibile candidato per spiegare il legame tra fumo e rischio di suicidio. Le persone iniziano a fumare per sentirsi bene, ma alla fine ne hanno bisogno per sentirsi ‘normali’. Ed esattamente come per altri farmaci, l’uso cronico può contribuire all’insorgenza di disturbi come depressione o ansia, e tutto ciò potrebbe dunque contribuire a comprendere il collegamento tra fumo e suicidio.

La ricerca, finanziata dalla Fondazione Americana per la Prevenzione del Suicidio, il National Institute on Drug Abuse (NIDA) e il National Cancer Institute (NCI), conferma dunque che le politiche per limitare il fumo dovrebbero essere introdotte non solo per motivi di salute fisica, ma anche mentale.

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via | DailyMail

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