Benessereblog Salute Donne e salute, in Toscana nasce il Centro per la medicina di genere

Donne e salute, in Toscana nasce il Centro per la medicina di genere

La Regione rinnova così la sua attenzione nei confronti della salute delle donne e della maggior frequenza con cui l'organismo femminile è colpito dalle patologie croniche

Donne e salute, in Toscana nasce il Centro per la medicina di genere

La notizia è arrivata proprio alla vigilia della festa della donna: la Regione Toscana ha istituito il Centro regionale di coordinamento della salute e medicina di genere, rinnovando così l’attenzione mostrata nei confronti della salute femminile. La Toscana, infatti, è stata la prima Regione italiana (e per ora l’unica) a dotare già 3 anni fa il Consiglio Sanitario Regionale di una Commissione permanente per le problematiche di genere. Non solo, la Regione ha dedicato alla medicina di genere una delle 7 azioni prioritarie del nuovo Piano Sanitario e Sociale.

A sostenere la necessità di una maggiore attenzione alle differenze fra l’organismo femminile e quello maschile nell’ambito delle cure mediche sono sia l’esperienza clinica, sia numerose ricerche scientifiche. Ne sono un esempio i continui richiami al ruolo protettivo svolto dagli ormoni femminili nei confronti delle patologie cardiovascolari, una protezione che viene bruscamente meno al sopraggiungere della menopausa.

I problemi non riguardano però solo il cuore. Sono infatti numerose le patologie croniche che colpiscono più le donne rispetto agli uomini, dalle problematiche osteoarticolari alla cefalea, passando per i disturbi della tiroide e le vene varicose.

Anche la risposta alle terapie può essere molto diversa, ma nonostante le donne si ammalino di più e assumano più farmaci rispetto agli uomini, molti degli studi sull’efficacia dei farmaci vengono condotti senza tenere conto delle differenze fisiologiche tra l’organismo maschile e quello femminile. Anzi, spesso in passato gli studi hanno coinvolto preferenzialmente gli uomini proprio per evitare di dover avere a che fare con la variabilità associata ai cicli ormonali delle donne in età fertile.

In realtà, ha spiegato Luigi Marroni, assessore alla Sanità della Regione Toscana,

La medicina di genere è una realtà da cui ormai non si può prescindere.

Per questo è necessario promuovere e individuare all’interno delle strutture pubbliche percorsi che garantiscano la presa in carico della persona, tenendo conto della differenza di genere, per ottenere una sempre maggior appropriatezza e personalizzazione della terapia.

Via | Asca

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