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Appendicite: cause, sintomi, cure

Dai sintomi alla cura, ecco cosa devi sapere sull'appendicite, come riconoscerla e quali sono i trattamenti disponibili

Appendicite: cause, sintomi, cure

Fonte immagine: Pixabay

L’appendicite è una condizione dovuta all’infiammazione di un piccolo organo chiamato appendice. Questo stato infiammatorio può svilupparsi in maniera rapida (appendicite acuta) oppure può progredire nel tempo, in maniera più lenta e subdola (appendicite cronica). In entrambi i casi, tale condizione è considerata un’emergenza medica che non va sottovalutata o, ancor peggio, camuffata con l’utilizzo di farmaci antidolorifici.

L’appendicite può svilupparsi a qualsiasi età, sia negli adulti che negli anziani e nei bambini. In molti casi, si manifesta fra i 6 e i 30 anni di età, mentre sono rari i casi di appendicite nei bambini più piccoli di 4 anni.

Nella maggior parte dei casi, questa condizione viene trattata con intervento chirurgico e in modo tempestivo, al fine di evitare delle complicazioni.

In questo articolo vedremo quali sono i sintomi iniziali dell’appendicite, scopriremo come affrontare questa emergenza e quando è possibile evitare l’intervento chirurgico.

Prima di tutto, però, vediamo cosa è l’appendice, dove si trova e in quali casi può infiammarsi.

Appendice: cos’è e dove si trova

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L’appendice (da non confondere con l’appendicite, ovvero l’infiammazione dell’appendice) è un organo della grandezza di circa 5/10 centimetri, a forma di sacca allungata.

Molte persone, quando avvertono un forte dolore al fianco o allo stomaco, non possono fare a meno di chiedersi in che lato si trovi l’appendice. Probabilmente anche tu ti sarai chiesto se l’appendicite si sviluppa a destra o a sinistra, non è vero?

Ebbene, come puoi vedere dall’immagine, questo organo è localizzato nella parte destra e in basso (sotto l’ombelico) dell’addome, e più esattamente nel punto in cui l’intestino crasso si collega all’intestino tenue.

Molti ritengono che l’appendice non sia un organo fondamentale. Probabilmente esercita delle funzioni “immunitarie” durante i primi anni di vita, oppure – come ritengono alcuni esperti – potrebbe rappresentare semplicemente un retaggio evolutivo dell’intestino primitivo.

Appendicite: cause

Ora che sappiamo dove si trova l’appendice, sarà importante cercare di capire cosa potrebbe provocarne uno stato infiammatorio tale da causare i sintomi che vedremo a breve.

Insomma, per quale motivo si infiamma l’appendice?

La causa primaria di una simile condizione va ricercata nell’accumulo di materiale che rimane intrappolato all’interno cavità interna dell’organo.

Il materiale in questione può essere formato da piccole tracce di feci (detti coproliti), muco, parassiti (come i “vermi” ossiuri), un corpo estraneo o tracce di cibo.

Si ritiene che queste sostanze, dal momento che non possono essere espulse dall’appendice, si accumulino provocando la proliferazione batterica e una conseguente infezione, con formazione di pus, gonfiore e una riduzione del flusso di sangue verso i tessuti.

I principali sintomi dell’appendicite

I sintomi di un’appendicite (o per meglio dire, di un’appendice) infiammata possono essere molteplici, e in alcuni casi potremmo confondere il disturbo con altre condizioni con un simile quadro sintomatologico.

Ma come capire se si ha l’appendicite? Il primo sintomo da riconoscere è il dolore addominale, localizzato nella parte in basso a destra dell’addome.

Il dolore può essere inizialmente leggero, ma tende a diventare più grave nell’arco di circa 24 ore.

Il disturbo, inoltre, può aumentare anche in base ai movimenti che eseguiamo. Un colpo di tosse o uno starnuto possono causare una fitta lancinante. In alcuni casi, il sintomo può localizzarsi anche nella zona lombare. Quando l’appendicite evolve in peritonite (ovvero quando l’infezione si diffonde nella membrana che riveste la cavità e gli organi addominali), il paziente può avvertire dolore in tutto l’addome.

Fra gli altri sintomi dell’appendicite segnaliamo anche:

  • Dolore localizzato nella gamba destra
  • Inappetenza
  • Nausea
  • Vomito
  • Febbre bassa (non oltre i 38 gradi), che può aumentare in presenza di peritonite
  • Disturbi gastrointestinali (con diarrea e/o stitichezza, gonfiore)
  • Globuli bianchi alti nelle analisi del sangue.

Quando l’appendice si perfora, il paziente potrebbe notare una iniziale e temporanea riduzione del dolore, ma in poco tempo i sintomi torneranno a manifestarsi in maniera più intensa.

Quanto dura il dolore dell’appendicite?

Abbiamo visto che il dolore rappresenta uno dei primi sintomi dell’appendicite. Ma quanto dura?

Normalmente, dallo sviluppo dei primi disturbi, possono trascorrere circa 12 o 24 ore prima che la situazione si aggravi, dando origine alla cosiddetta peritonite.

Come capire se si tratta di appendicite o colite?

Sebbene l’appendicite colpisca un alto numero di persone, ancora oggi facciamo fatica a riconoscere i dolori dell’appendicite e distinguerli da quelli di altre condizioni mediche.

In effetti, i sintomi che abbiamo appena letto sono tipici anche di molte altre malattie, da quelle gastrointestinali alle infezioni delle vie urinarie, malattie ginecologiche o anche da una gravidanza extrauterina.

Per questa ragione, se avverti dei disturbi che possono far pensare a un’appendice infiammata, è sempre saggio sottoporre il problema all’attenzione del medico, il quale potrebbe consigliare l’esecuzione di analisi ed esami specifici, volti a escludere la presenza di altre potenziali condizioni sottostanti.

I rischi da non sottovalutare

Abbiamo visto che, quelli dell’appendicite, sono dei disturbi che non vanno ignorati né attenuati in maniera del tutto autonoma mediante l’uso di antidolorifici e antinfiammatori da banco, in quanto si rischierebbe di camuffare il sintomo, rendendo più difficile la formulazione di una diagnosi da parte del medico.

L’infiammazione dell’appendice, se non trattata, può causare delle conseguenze gravi per la salute.

Se non curato, il processo infiammatorio può infatti portare alla perforazione dell’appendice, evento che può verificarsi nell’arco di circa 36 ore.

L’appendicite nei bambini può aggravarsi anche in tempi più brevi.

La perforazione dell’organo può portare allo sviluppo di un ascesso appendicolare (con un accumulo di pus intorno all’appendice perforata) o alla già citata peritonite, condizione che si verifica quando l’infezione invade anche le cavità e gli organi addominali.

Appendicite: test e diagnosi

In presenza dei sintomi che abbiamo appena visto, sarà fondamentale rivolgersi al proprio medico. L’infiammazione dell’appendice può essere diagnosticata mediante una serie di esami e test. Il medico ti sottoporrà a una prima valutazione mediante palpazione dell’addome, fondamentale per accertare l’eventuale presenza di dolore dovuto all’infiammazione dell’appendice o alla peritonite.

Inoltre, il medico ti porrà domande in merito ai sintomi e, qualora dovesse ritenerlo opportuno, consiglierà l’esecuzione di appositi esami, come le analisi del sangue (per valutare i livelli di globuli bianchi), un’ecografia e/o una TAC, per accertare la presenza di infiammazione dell’appendice.

Appendicite: cura e trattamento

appendicite
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Cosa fare in caso di attacco di appendicite? Il trattamento d’elezione, in presenza di un’appendice infiammata, è solitamente di tipo chirurgico, unito alla somministrazione di farmaci antibiotici per curare l’infezione. L’intervento di rimozione chirurgica è detto “appendicectomia”, ed è oggi considerato un intervento di routine.

Dopo l’operazione di appendicite e (eventualmente) peritonite, è richiesto un periodo di riposo di alcuni giorni, in modo da consentire all’organismo di riprendersi completamente.

A seconda del tipo di intervento eseguito, nella maggior parte dei casi il paziente potrà essere dimesso 1-3 giorni dopo l’intervento.

Quanto dura l’operazione per l’appendicite?

Oggigiorno, nella maggior parte dei casi l’intervento viene eseguito mediante tecniche mininvasive o in laparoscopica, una tecnica che prevede l’inserimento di una telecamera mediante piccola incisione all’altezza dell’ombelico. Attraverso la telecamera è possibile osservare la parte e, mediante altre due piccole incisioni, sarà possibile asportare l’appendice in anestesia totale, lasciando il minor numero di cicatrici possibili. Solitamente l’intervento ha una durata di circa 30-40 minuti.

Come curare l’appendicite senza operazione?

E’ possibile trattare l’appendicite senza dover ricorrere all’intervento chirurgico? Negli ultimi anni è aumentato l’interesse verso un trattamento più “conservativo”, basato sul solo utilizzo di farmaci antibiotici e un miglioramento dello stile di vita.

Tuttavia, molti medici ritengono più sicura la via dell’intervento, necessario per evitare possibili complicanze.

In generale, adottare uno stile di vita sano e un’alimentazione ad hoc, come vedremo, potrebbe però tenere sotto controllo l’infiammazione. Ciononostante, é importante affidarsi sempre al parere del medico, specialmente in caso di sintomi che si presentano in modo intenso e con una certa frequenza.

Si può prevenire l’appendicite?

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Non esiste un modo per prevenire l’appendicite. Tuttavia, è noto come seguire una dieta ricca di fibre, bere molta acqua, fare sport ed evitare sostanze dannose come alcol e fumo, possa aiutarci a prevenire lo sviluppo di questa e di molte altre condizioni.

Sarà quindi consigliabile consumare alimenti come frutta e verdura, cuocere i cibi in modo leggero ed evitare di eccedere con dolci e alcolici.

In più, prendi la buona abitudine di masticare i cibi a lungo e per bene, in modo da facilitare la digestione e proteggere la salute di tutto l’organismo.

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