Appendice e morbo di Parkinson: esiste un legame?

Rimuovere l’appendice potrebbe ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson. Questo è ciò che emerge da un nuovo studio pubblicato su Science Translational Medicine, i cui autori spiegano che i loro risultati confermano l’importanza dell’intestino e del sistema immunitario nello sviluppo della malattia, e rivelano che l’appendice agisce come un importante serbatoio per gli aggregati di alfa sinucleina, una proteina che è coinvolta nello sviluppo del Morbo di Parkinson.

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Pur essendo considerata da molti non necessaria, l’appendice gioca effettivamente un ruolo importante nel nostro sistema immunitario, nella regolazione della composizione dei nostri batteri intestinali e ora, come dimostrato dal nostro lavoro, nella malattia di Parkinson.

Questa è l’osservazione fatta dagli autori dello studio, secondo i quali l’appendice potrebbe dunque essere coinvolta nell’iniziale sviluppo della malattia, e la sua rimozione potrebbe dunque ridurre significativamente tale rischio. Tuttavia, dallo studio è emerso che rimuovere l’appendice dopo l’inizio del processo patologico non ha alcun effetto sulla progressione della malattia, e lo stesso vale nel caso di appendicectomie eseguite su persone la cui malattia era legata a mutazioni genetiche trasmesse attraverso le loro famiglie.

Per il loro studio, gli esperti hanno analizzato i dati di 1.698.000 persone svedesi, le quali sono state seguite per 52 anni. 500 mila partecipanti erano stati operati di appendicectomia, e proprio tale intervento avrebbe ridotto di quasi il 20% il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson, e ritardato il momento della diagnosi della malattia nei pazienti che non avevano ancora sviluppato i sintomi al momento dell’operazione.

A commentare tali risultati è stato il professor Alberto Albanese, ordinario di Neurologia e responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia di Humanitas, che ha fatto sapere:

È uno studio molto interessante perché propone molti indizi che suggeriscono che la malattia di Parkinson inizi proprio nell’intestino. Nell’addome si produrrebbero delle proteine alterate che possono essere trasportate attraverso i nervi ‘all’indietro’, in via retrograda raggiungendo poi il cervello e diffondendo poi da qui la malattia. Stando alla ricerca, l’ipotesi è che queste proteine alterate si accumulino nell’appendicite e per questo chi ha subito un’appendicectomia avrebbe minori probabilità di soffrire di Parkinson.

Gli esperti sottolineano che saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio il legame che vi è fra appendice e morbo di parkinson.

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via | ScienceDaily, Humanitas

Foto da iStock

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Fiorella Vasta