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Sicurezza alimentare, a dicembre sequestrate più di 700 tonnellate di pesce

I prodotti ittici posti sotto sequestro erano illegali o non correttamente conservati. Ecco dove sono stati trovati

Sicurezza alimentare, a dicembre sequestrate più di 700 tonnellate di pesce

Quanto è sicuro il pesce che portiamo sulle nostre tavole? A giudicare dai risultati dell’operazione “Clear label”, l’attività di controllo sull’intera filiera ittica disposta dal Comando Generale delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, per stare tranquilli è importante mantenere alta la guardia. Nel solo mese di dicembre sono state infatti sequestrate di più di 700 tonnellate di prodotti illegali o non correttamente conservati.

I principali illeciti rilevati dalla Guardia Costiera includono truffa e frode ai danni dei consumatori, immissione in commercio di prodotti sottomisero o provenienti da zone di cattura estere non consentite, contraffazione delle indicazioni geografiche e della denominazione di origine e mancanza di tracciabilità. Il tutto per sanzioni che superano il milione di euro.

Sono numeri che danno ancora una volta la dimensione dell’importanza della capillare vigilanza messa in atto a tutela dei consumatori, soprattutto nei periodi di festività in cui il consumo di pesce aumenta

ha commentato il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo.

L’operazione ha previsto più di 8 mila controlli su tutto il territorio nazionale, concentrandosi sui punti di sbarco del pescato, circa 550 centri di distribuzione all’ingrosso, 436 mercati ittici, pescherie e più di 650 ristoranti.

Nella sola area napoletana sono state sequestrate 230 tonnellate di prodotti ittici e alimentari, sia freschi che congelati. Nei circa 30 esercizi commerciali e depositi ispezionati sono stati rilevati 21 illeciti. Le situazioni riscontrate hanno portato a 13 sequestri amministrativi, all’accertamento di 9 notizie di reato e ad altrettanti sequestri penali, giustificati dalla presenza di prodotti in cattivo stato di conservazione e adulterati, immessi sul mercato sotto la taglia minima consentita e privi della tracciabilità obbligatoria per legge. Sono state inoltre sequestrate 5 tonnellate di cozze allevate in un campo abusivo localizzato nello specchio d’acqua antistante il litorale partenopeo.

Una situazione ancora peggiore è stata riscontrata a Bari, dove il nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto ha sequestrato 532 tonnellate di prodotti ittici, per un valore commerciale che va oltre i 5 milioni di euro. Gli leciti amministrativi per la vendita di prodotti ittici privi di regolare etichettatura e per violazioni delle norma sulla tracciabilità sono stati in questo caso 22 illeciti. Fra tutti spicca il caso di quasi 500 tonnellate di tonni “pinna gialla” stipati alla rinfusa in centinaia di cassoni d’acciaio e senza le informazioni obbligatorie necessarie per assicurarne la provenienza e le caratteristiche alimentari, il sequestro di esemplari interi di tonno più importante che risulti essere mai stato eseguito nel territorio nazionale.

A Vibo Valentia, invece, sono state rinvenute 17 tonnellate di prodotti ittici stipati in una cella frigorifera di circa 230 metri quadrati, nella maggior parte dei casi direttamente a terra, in condizioni igienico sanitarie precarie. Infine, a Chioggia l’operazione ha portato al sequestro di 864 kg di tonno privo della documentazione prevista, mentre a Genova sono state sequestrate più di 12 tonnellate tra salmone, sgombri e carpe perché prive di tracciabilità ed etichettatura.

Via | Mipaaf

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