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Stop alle cattive abitudini

Come possiamo rompere le cattivi abitudini secondo i cognitivisti?

Stop alle cattive abitudini


L’irrequietezza del dondolio di una gamba o giocare nervosamente con una penna; lo scoppiettìo nervoso del chewing-gum, procrastinare un compito all’infinito, avere una postura eccessivamente rilassata, essere disordinati e disorganizzati – che serve a ricordarci che abbiamo il nostro lavoro da fare -, citare continuamente personaggi famosi, mangiare le unghie – che secondo gli esperti potrebbe essere la versione adulta di succhiarsi il pollice – lamentarsi, le manie di protagonismo o eccedere con i pettegolezzi – strategia per distogliere l’attenzione dai propri difetti, tipica degli insicuri – : sono le cattive abitudini più comuni. In tutti questi casi, dicono i cognitivisti, il primo passo è riconoscere di avere il problema. Da qui, esistono tecniche e trucchi per deviare il comportamento vizioso e liberarsi della cattiva abitudine.

Per inciso, gli psicologi cognitivisti studiano i processi mentali considerandoli analoghi a quelli prodotti da un elaboratore di informazioni; la mente umana viene considerata come un sistema complesso di regole, indipendente dai fattori biologici, sociali, culturali, emozionali etc. In tal senso, gli psicologi cognitivisti si concentrano essenzialmente sull’analisi dei processi di raccolta e trattamento dell’informazione nella nostra mente.

Detto questo, non avrei mai pensato – sarà perché lo sono in prima persona – che essere ritardatari è un’abitudine da cui si può guarire. Il problema del ritardatario, dicono gli esperti, sta nella mancanza di competenze di base per la gestione del tempo. Come smettere di essere in ritardo?

Non possiamo dire di sì a tutti coloro che ci chiedono qualcosa. Piuttosto diciamo loro che cercheremo di ritornare appena possibile, quindi verifichiamo se e quando avremo effettivamente del tempo da dedicargli. Secondo trucchetto: cerchiamo di capire quali sono i comportamenti che ci causano ritardo – come asciugare i capelli, ad esempio – , quindi verifichiamo quanto tempo ci occorre in media per compiere l’azione in questione e diamogli il giusto peso nelle nostra routine quotidiana. Terzo trucchetto: impostiamo l’orologio di 5 minuti avanti e programmiamoci sempre considerando un eventuale imprevisto. Ultimo trucchetto: avvisiamo sempre chi ci attende del nostro ritardo: la vergogna di dover chiamare tutte le volte potrebbe “naturalmente” spingerci, la prossima volta, ad evitare la stessa situazione.

In fondo, il mio tempo – e dei ritardatari come me – non è più prezioso di quello di chi aspetta. Inoltre, abbandonare lo status di ritardatario cronico, potrebbe alleviare lo stress di chi corre sempre perché perennemente in ritardo.

Via | Real Simple
Foto | Flickr

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