Benessereblog Salute Il metodo Stamina è un plagio: le accuse di Nature e le reazioni degli esperti italiani

Il metodo Stamina è un plagio: le accuse di Nature e le reazioni degli esperti italiani

Vannoni avrebbe contraffatto la domanda di brevetto. Ora le massime personalità in tema di staminali chiedono di annullare la sperimentazione

Il metodo Stamina è un plagio: le accuse di Nature e le reazioni degli esperti italiani

Tra aule di tribunale, manifestazioni in piazza e rinvii dell’inizio della sperimentazione che sarebbe dovuta partire lo scorso lunedì, il metodo Stamina continua a far parlare di sé: Le discussioni non restano, però, confinate nel Bel Paese. Anche la prestigiosa rivista Nature è tornata sul caso, parlando addirittura di un plagio. Infatti secondo analisi condotte dalla stessa rivista un’immagine contenuta nella domanda di brevetto presentata da Davide Vannoni, lo “psicologo trasformato in imprenditore medico” (questa la definizione che ne dà Nature) presidente della Stamina Foundation, non è originale.

L’indagine su questa figura, rappresentante 2 cellule nervose che secondo Vannoni sarebbero state ottenute con i protocolli di Stamina da cellule prelevate dal midollo osseo, è scattata quando un esperto di cellule staminali ha contattato la rivista facendo presente che l’immagine era identica a quella presente in uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori russi e ucraini nel 2003.

Elena Schegelskaya, coautrice di quello studio, ha confermato che l’immagine è stata scattata dal suo team di ricerca e rappresenta cellule nervose ottenute da cellule del midollo osseo con un protocollo diverso da quello descritto da Vannoni nella domanda di brevetto. Non solo, la ricercatrice ha aggiunto che un’altra delle figure allegate da Vannoni alla domanda di brevetto è identica ad un’immagine pubblicata da lei stessa nel 2006 sull’Ukrainian Neurosurgical Journal.

La reazione italiana

Alla luce di questa situazione il Ministero della Salute si è visto recapitare la richiesta di bloccare la sperimentazione, peraltro ancora in alto mare perché, come ha sottolineato anche Nature, Vannoni ha già rimandato per ben 3 volte la consegna dei protocolli al comitato nominato dal Governo per seguire la sperimentazione.

Paolo Bianco, uno dei massimi esperti internazionali nell’ambito delle cellule staminali mesenchimali, in servizio all’Università “La Sapienza” di Roma, ha dichiarato che

è assolutamente indispensabile che il governo italiano prenda decisamente e immediatamente le distanze da una pratica che, invece di essere sperimentata a spese dei contribuenti, dovrebbe essere semplicemente perseguita legalmente da parte del governo e bandita immediatamente da tutti gli ospedali pubblici del Servizio Sanitario Nazionale in modo fermo, inequivocabile e irreversibile.

Di un parere simile è anche Michele De Luca, direttore del Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia, secondo cui

questa sperimentazione, che era inizialmente apparsa inevitabile, non ha adesso alcun senso e andrebbe evitata. Anche sulla base dei rischi ad essa connessi e già paventati dallo stesso ufficio brevettuale che ha respinto la domanda. Il tutto per rispetto verso pazienti che hanno creduto di trovarsi davanti ad una cura originale e in grado di rispondere alle loro speranze.

Effetti tossici per le cellule

Infatti, plagi a parte, Nature ha riportato a galla anche un altro problema non trascurabile. Lo scorso anno, quando l’ufficio brevetti statunitense ha respinto la domanda presentata da Vannoni (che, sottolinea la rivista, non l’ha più ripresentata nonostante ne avesse la possibilità) le motivazioni del rifiuto includevano non solo la mancanza di una descrizione sufficientemente dettagliata della metodologia e dubbi sul fatto che la produzione di cellule nervose da prelievi di midollo osseo potesse avvenire in così breve tempo, ma anche il fatto che le cellule ottenute sembrassero affette da “cambiamenti citotossici”.

Cosa fare a questo punto?

La denuncia di Nature è molto grave

ha commentato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

A questo punto Vannoni ha una strada percorribile tracciata dal Parlamento: consegnare il protocollo ad un comitato composto da profili di altissimo livello senza fare trattative che nulla hanno a che fare con la costruzione di comitati scientifici.

Dall’Associazione Luca Coscioni arriva, però, un appello ad un’azione più decisa:

Chiediamo al Ministero della Salute di interrompere immediatamente ogni rapporto con Vannoni & Co e denunciarli alla magistratura per il reato di truffa ai danni dello Stato; sciogliere la commissione e cancellare la sperimentazione, e illustrare in Parlamento i motivi della decisione; istituire una commissione di inchiesta per stabilire se qualche consulente del Ministro abbia agito come portatore di interessi personali o di altri privati, inducendo il Ministero e il Parlamento ad assumere decisioni che hanno esposto il Paese al ridicolo internazionale.

Via | Nature; Corriere.it; Agi

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