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Intolleranza al lattosio, se ne parla al Forum sulle reazioni avverse agli alimenti



Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la condizione naturale dell'uomo sarebbe l'intolleranza al lattosio, ma i vantaggi del consumo di latte hanno portato al sopravvento - almeno nel Nord del Mondo - della tolleranza

Intolleranza al lattosio, se ne parla al Forum sulle reazioni avverse agli alimenti

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Nella giornata che tutto il mondo dedica alla celebrazione delle proprietà e dei benefici del latte si parla di questo alimento anche al Forum sulle reazioni avverse agli alimenti, evento organizzato a Roma dall’A.I.Nu.C., l’Accademia Internazionale di Nutrizione Clinica.

Nel corso della mattinata Vito Corleto, specialista in gastroenterologia dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, ha infatti parlato di tolleranza e intolleranza al lattosio, ribaltando quello che è il pensiero delle persone comuni sull’argomento: in età adulta la normalità non è riuscire a digerire normalmente questo zucchero (cioè la tolleranza), ma, piuttosto, la condizione opposta, ossia l’intolleranza.

Una questione d’età

In effetti, per la Natura non ha molto senso che l’uomo adulto riesca a digerire il lattosio. Infatti questo zucchero è presente quasi esclusivamente nel latte, un alimento che, almeno nei piani di Madre Natura, dovrebbe essere consumato solo nelle prime fasi della vita. Non a caso quando il neonato succhia il latte dal seno materno non stimola solo la sua produzione, ma anche quella, nel suo apparato digerente, della lattasi, l’enzima necessario per la degradazione del lattosio e che ne permette l’assorbimento intestinale.

La produzione di questo enzima diminuisce bruscamente nel bambino più grande che, sempre secondo i piani di Madre Natura, dopo lo svezzamento non dovrebbe più aver bisogno del latte materno. Tuttavia l’uomo, diffondendo l’abitudine di continuare a mangiare latte e di utilizzarlo per produrre yogurt e formaggi, ha sconvolto questi piani. Per questo motivo oggi conosciamo gli effetti dell’intolleranza: continuiamo ad assumer lattosio anche quando non abbiamo più lattasi in grado di digerirlo e, così, lo lasciamo libero di scatenare tutti i sintomi tipici dell’intolleranza.

Le cause della tolleranza

Come ha spiegato Corleto, quindi,

L’uomo nasce intollerante al lattosio. La mutazione è stata diventare tollerante al lattosio, non intollerante.

Due eventi ci hanno reso tolleranti. Il primo sono i lattobacilli che fermentano il lattosio. Se la fermentazione è breve da’ lo yogurt, se più lunga da’ formaggio che è più stagionato e, quindi, da’ meno da problemi di intolleranza. Il secondo è la mutazione che ci ha resi tolleranti al latte fresco.

Mentre nella nostra realtà la maggior parte delle persone è tollerante, la popolazione mondiale è intollerante nel 65% dei casi. In Asia, ad esempio, dove sono stati elaborati surrogati del latte come il tofu, l’intolleranza interessa il 95% della popolazione, mentre nell’Italia centro meridionale colpisce dal 50 al 70 % degli abitanti.

I vantaggi della tolleranza

Secondo i genetisti la mutazione sarebbe insorta 20-25 mila anni fa. Il lasso di tempo trascorso fino ad oggi è breve dal punto di vista evolutivo, ma evidentemente si è trattato di una mutazione talmente vantaggiosa da affermassi in poco tempo.

E quale sarebbe stato il vantaggio? Il latte ha permesso di avere una riserva di nutrienti quando gli altri alimenti scarseggiavano, oppure potrebbe aver rappresentato un alimento e una fonte di liquidi più pulita rispetto alle acque.

Rimedi contro la normalità

Alla luce di queste spiegazioni La situazione sembra quasi paradossale: quello che si deve trovare è un rimedio alla “normalità” (l’intolleranza) anziché alla mutazione (la tolleranza).

Gli esperti ricordano che ci sono diverse soluzioni, dalla riduzione del consumo di prodotti contenenti lattosio all’assunzione di supplementi contenenti betagalattosidasi (un altro nome della lattasi), da ingerire prima del pasto per riuscire a digerire il lattosio.

La dose di betagalattosidasi da assumere deve essere stabilita singolarmente e può variare anche nello stesso individuo a seconda delle situazioni.

Infine, un aiuto arriva dai probiotici. attenzione, però: in Italia il mercato ne offre migliaia e non c’è nessuna sicurezza sull’efficacia di ognuno.

Foto | da Flickr di loop_ooh

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