Benessereblog Salute Malattie Il pollo fritto è il nuovo junk food, qual è il prezzo per la salute?

Il pollo fritto è il nuovo junk food, qual è il prezzo per la salute?

Nei fast food inglesi, ma anche in Italia, il pollo fritto va per la maggiore: ma non fatevi ingannare, è tutt'altro che salutare!

Il pollo fritto è il nuovo junk food, qual è il prezzo per la salute?

Il pollo fritto è il nuovo junk food alla moda in Inghilterra. E non solo nella patria di Sua Maestà: anche in Italia sembra andare sempre più per la maggiore. Ma non fatevi ingannare dal fatto che si tratti di una carne più magra, più salutare. Si tratta comunque sempre di un prodotto da fast food, ricco di grassi e di calorie, oltre che cotto tramite frittura, decisamente poco sana!

Gli hamburger, gli hot dog e il classico fish and chips vengono ora surclassati dal pollo fritto, il fried chicken, che viene consumato da moltissimi inglesi in pausa pranzo: si può mangiare velocemente, è buono, si può mangiare con le mani, anche se si è di corsa tra un appuntamento e l’altro. E poi in Inghilterra ormai i fast food che propongono petto, cosce e ali di pollo fritti sorgono ogni giorno come funghi. Ma qual è il prezzo per la salute?

Come potete immaginare, il prezzo è davvero molto alto. Kentucky Fried Chicken, una delle catene di fast food dedicati proprio al pollo fritto, sul suo sito propone tutte le informazioni nutrizionali dei suoi prodotti. Il petto di pollo croccante speziato (il spicy crispy chicken breast, per intenderci) può contare su 520 calorie, 34 grammi di grassi e quasi 1,5 grammi di sale. Dati allarmanti per la salute di chi lo mangia tutti i giorni: se si è soliti andare al fast food una volta ogni tanto, poco importa, ma pensate a chi fa la pausa pranzo qui ogni giorno lavorativo dell’anno!

In particolare è la quantità di sale presente a destare maggiori preoccupazioni (senza considerare i grassi), anche perché l’abuso di tale condimento è la causa principale di moltissime malattie, a partire da quelle del cuore. Il professor Graham MacGregor del CASH (Consensus Action on Salt & Health) descrive così il fenomeno inglese (ma non è solo inglese il problema!):

Ovviamente in un mondo ideale si potrebbe modificare la scelta del consumatore, ma è quasi impossibile quando si parla del sale. Per le persone più indigenti in questo paese non c’è modo di avere altra scelta quando si acquista il cibo più economico, non c’è modo di porre la loro attenzione sul livello di sale.

E il problema, purtroppo, non riguarda solo gli adulti, ma anche i bambini: in media mangiano cibo da asporto e da fast food 16 volte a settimana e sarà un caso se moltissimi locali di questo tipo sorgono proprio vicino alle scuole?

Foto | da Flickr di theimpalerspeaks

Via | Huffingtonpost

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