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Curare l’artrite reumatoide con la terapia dei farmaci biologici

I farmaci biologici sono la soluzione di ultima generazione nella terapia dell'artrite reumatoide, ma sono molto cari e hanno seri effetti collaterali

Curare l’artrite reumatoide con la terapia dei farmaci biologici

La terapia dell’artrite reumatoide ha, oggi, un’arma ampiamente utilizzata che fino a poco più di vent’anni fa non esisteva nemmeno. Si tratta dei farmaci biologici, una classe di medicinali entrata in uso nel 1998 e sperimentata per quasi 10 anni. Il loro nome deriva dal loro meccanismo di azione: queste molecole mimano l’effetto di sostanze naturalmente prodotte dal sistema immunitario.

In genere la loro attività porta all’inibizione dell’interleuchina-1 (IL-1) o del tumor necrosis factor (TNF). Queste molecole appartengono alla classe delle citochine, prodotte dalle cellule dell’organismo per stimolare l’attività del sistema immunitario e accumulate in grandi quantità in chi soffre di artrite reumatoide, che si trova ad avere a che fare con un’infiammazione talmente intensa da danneggiare le articolazioni. Grazie ai farmaci biologici, però, l’eccesso di infiammazione scatenato da IL-1 e TNF può essere tenuto sotto controllo.

Nonostante la loro comprovata efficacia, i farmaci biologici sono l’ultima spiaggia nella terapia dell’artrite reumatoide perché sono cari e, soprattutto, perché non sono esenti da effetti collaterali. Il più importante è l’aumento del rischio di contrarre delle infezioni, fra cui è inclusa anche la tubercolosi. Inoltre è necessario interrompere la terapia in caso di febbre alta, se si stanno assumendo antibiotici o se c’è un’infezione in corso.

I farmaci a base di Infliximab, un anticorpo diretto contro il TNF, possono anche indurre allergie e complicazioni neurologiche e non devono essere assunti da chi soffre di sclerosi multipla o di scompenso cardiaco congestizio. Meno gravi altri effetti collaterali di altri farmaci biologici, di tipo dermatologico. Dato che devono essere iniettati, possono causare eruzioni cutanee, bruciori o pruriti nel sito dell’iniezione, problemi che, in ogni caso, si verificano in meno del 30% dei pazienti e che possono durare da 1 a 2 settimane a seconda del farmaco utilizzato.

Altro fattore da tenere in considerazione è che l’uso dei farmaci biologici non esclude che debbano essere assunti anche altri medicinali contro l’artrite reumatoide. Inoltre in genere è necessario continuare ad assumere gli antinfiammatori o i corticosteroidi utilizzati prima dell’inizio della nuova terapia.

La maggior parte dei farmaci biologici può essere assunta autonomamente dal paziente tramite iniezioni sulle cosce o sull’addome. Solo l’Inflixima deve essere somministrato tramite flebo, un’operazione che richiede 2-3 ore. I benefici della terapia possono iniziare a farsi sentire già dopo poche dosi, ma in genere per otenere veri miglioramenti sono necessarie dalle 4 alle 6 settimane.

Via | American Gollege of Rheumatology
Foto | Flickr

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