Benessereblog Salute Malattie Come riconoscere la dipendenza da gioco e a chi rivolgersi per le cure

Come riconoscere la dipendenza da gioco e a chi rivolgersi per le cure

La dipendenza da gioco è una vera e propria malattia. Ecco i sintomi e gli specialisti che aiutano a sconfiggerla

Come riconoscere la dipendenza da gioco e a chi rivolgersi per le cure

La dipendenza da gioco è ormai considerata una vera e propria malattia. La sua caratteristica fondamentale è un impulso continuo a giocare d’azzardo cui è difficile porre dei limiti. Chi è entrato nel tunnel della dipendenza scommette somme più elevate rispetto agli altri giocatori, gioca per più tempo e più spesso di quanto abbia previsto e più di quanto si possa permettere. Non importa quale sia il gioco preferito: dal gratta e vinci alle corse dei cavalli, passando per il Bingo, tutti i giochi che non richiedono particolari abilità, ma solo soldi da mettere sul piatto, possono diventare un’ossessione patologica.

Questo tipo di disturbo rientra nelle cosiddette “nuove dipendenze”, insieme, ad esempio, alla dipendenza sessuale, a quella da internet e allo shopping compulsivo. Il numero di persone che ne soffre è in continuo aumento, soprattutto fra chi appartiene a un ceto poco abbiente o ha poche relazioni sociali. Il profilo più diffuso è quello dell’uomo con bassa scolarizzazione e lavoro precario. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attualmente ne è colpito il 3% degli adulti e il problema si sta diffondendo sempre di più anche fra i giovani.

Intervenire precocemente su chi rischia di sviluppare questa dipendenza è fondamentale per evitare che il gioco si trasformi in patologia. I sintomi che permettono di riconoscere le situazioni a rischio sono:

  • pensare costantemente al gioco;
  • necessità di aumentare la posta in gioco anche quando non ce lo si può permettere;
  • continuare a provare a vincere anche dopo delle “sconfitte”;
  • fallimento dei tentativi di controllare l’impulso a giocare;
  • irritabilità, irrequietezza, ansia e depressione;
  • incapacità sempre maggiore a stare con gli altri;
  • giocare per fuggire dai problemi;
  • tendenza a mentire ai propri cari e ai medici per nascondere la dipendenza e, di conseguenza, compromissione dei rapporti affettivi;
  • commettere azioni illegali o affidarsi ad estranei per procurarsi il denaro da scommettere;
  • diminuzione della resa al lavoro o nello studio;
  • stress da gioco che si manifesta, ad esempio, con dolori allo stomaco, ulcere, colite, ipertensione, disturbi cardiaci, insonnia, perdita dell’appetito e mal di testa.

Anche se il dibattito è più vivo che mai, in Italia non si è ancora arrivati al riconoscimento definitivo del gioco d’azzardo patologico come vera e propria malattia. Ciononostante, chi presenta i sintomi di questa nuova dipendenza può sottoporsi a cure specifiche rivolgendosi ad alcuni SERT (i Servizi per le Tossicodipendenze del Sistema Sanitario Nazionale), dove un’équipe di psicologi, infermieri, medici, assistenti sociali ed educatori elabora la diagnosi di dipendenza e stabilisce il trattamento migliore per il recupero.

Nel 54% dei casi la terapia dura più di 6 mesi e spesso coinvolge l’intero nucleo familiare. La partecipazione a gruppi di mutuo aiuto, come, ad esempio, Giocatori Anonimi, è consigliato nei casi di forte isolamento sociale e scarse capacità a elaborare la situazione. Infine, chi si è indebitato per procurasi i soldi da scommettere può essere indirizzato a un consulente finanziario o a centri specifici per gestire al meglio i debiti ed evitare che se ne contraggano altri prima della guarigione.

Via | Camera dei Deputati
Foto | Flickr

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