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Ospedale Pertini, nuovo scambio di embrioni?

La denuncia di una coppia di Napoli, che chiede un risarcimento di 1 milione di euro. Ma al nosocomio capitolino non risulterebbe nessuna denuncia

Ospedale Pertini, nuovo scambio di embrioni?
    Aggiornamento del 19 giugno.

    Secondo le alte sfere dell’Asl Roma B non ci sarebbe stato nessun nuovo scambio di embrioni e la coppia che ha denunciato il nuovo scambio avrebbe prodotto un referto contraffatto.

    Dopo aver verificato i fatti denunciati dai coniugi Gentili Vitaliano De Salazar, direttore generale dell’Azienda sanitaria locale, ha dichiarato che la coppia non si è mai sottoposta alle pratiche di fecondazione assistita presso l’ospedale romano.

    Ora la struttura sarebbe pronta a “rivalersi nei confronti degli autori del procurato allarme”.

    Ore 11:30. Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, ha commentato la vicenda affermando che

    se fosse vero che si tratta di un falso allarme sarebbe un fatto grave, ne discuteremo con la Asl e decideremo se presentare una denuncia in Procura.

    A rafforzare i dubbi sull’autenticità dei referti presentati dalla coppia sarebbero dettagli come la data e i numeri di protocollo.

    I referti sono stati falsificati, i codici sono stati falsificati, così come la data di accettazione

    spiega Paola Grammatico, direttrice del laboratorio di Genetica medica dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma.

    Hanno scritto l’11 maggio, una domenica, quando noi non accettiamo nessuno.

    È stato fatto un copia e incolla con un computer, prendendo informazioni e foto da un’altra persona e inserendo un nome e un codice identificativo diverso.

    Ma non solo.

    È stata usata carta intestata su cui poi è stato effettuata una manomissione su dati di altri referti, ma, a un’analisi approfondita il codice utilizzato non corrisponde alla tipologia di codici che noi attribuiamo ai campioni. Inoltre l’incompatibilità del profilo genetico del feto con quello materno è stata valutata sulla base di una proteina, ma con questo tipo di analisi nessuno avrebbe mai potuto identificare un’incompatibilità genetica.

Quello giunto alla ribalta delle cronache nello scorso mese di aprile non sarebbe l’unico caso di scambio di embrioni avvenuto durante le procedure di fecondazione assistita condotte all’ospedale Sandro Pertini di Roma. A denunciarlo sarebbe un assistito che grazie alle cure ricevute presso l’ospedale capitolino sarebbe riuscito a concepire una bambina insieme alla moglie nello scorso mese di dicembre. Un’amniocentesi di controllo avrebbe però svelato che la piccola non è figlia biologica della coppia.

Il profilo genetico del feto

ha raccontato l’uomo alla stampa

non è compatibile né con quello materno né con quello paterno.

Per questo motivo la coppia ha cercato l’appoggio dell’associazione Agitalia per chiedere un risarcimento danni di 1 milione di euro.

La vicenda

I coniugi Gentili, residenti a Napoli, si sono rivolti alla struttura romana in seguito a numerosi tentativi falliti di concepire un bambino. Qui nel mese di dicembre 2013 si sono sottoposti alle procedure di procreazione medicalmente assistita grazie alle quali sono riusciti a concepire una bambina. Le analisi condotte a maggio avrebbero però svelato che né l’uomo né la donna sono genitori biologici della piccola.

La vicenda è stata confermata da Adnkronos Salute, che avrebbe visionato i referti degli esami e afferma che

confermano la non corrispondenza del profilo genetico del feto con quello materno.

Nonostante abbiano scelto di portare avanti la gravidanza la coppia chiede il risarcimento per i danni morali, patrimoniali e biologici derivanti da quello che sembra essere un nuovo caso di scambio di provette. Nel frattempo, nonostante i giorni in cui la coppia è stata sottoposta alle procedure (il 2 e 3 dicembre) siano vicini a quello in cui si sarebbe verificato lo scambio emerso nel mese di parile (il 4 dicembre), l’ospedale Pertini non ha ancora contattato i coniugi Gentili per coinvolgerla nei controlli sugli assistiti che sono stati in cura presso il centro di Procreazione medicalmente assistita della struttura in quel periodo.

Abbiamo già predisposto una richiesta risarcitoria di un milione di euro nei confronti dell’ospedale Sandro Pertini, della Asl Rm/B e del ministero della Salute

ha dichiarato Agitalia.

Vorremmo agire sia sul piano civile che penale, aspetto che stiamo valutando

ha aggiunto l’avvocato Marianna Conte.

A Vitaliano De Salazar, direttore generale dell’Asl Roma B, al momento non risulterebbe nessuna denuncia. Per questo la situazione sarebbe ora in corso di verifica.

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Via | Adnkronos

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