Benessereblog Salute Fecondazione eterologa, nasce la prima associazione per la donazione dei gameti

Fecondazione eterologa, nasce la prima associazione per la donazione dei gameti

Da metà giugno anche in Italia sarà possibile donarli alle coppie che si affideranno alla procreazione medicalmente assistita

Fecondazione eterologa, nasce la prima associazione per la donazione dei gameti

Si chiama Aidagg e si farà carico di “promuovere, facilitare ed agevolare la donazione gratuita ed altruistica di gameti per la riproduzione umana particolarmente fra la popolazione fertile”. E’ l’Associazione altruistica e gratuita di donazione dei gameti presentata oggi presso alla Camera dei Deputati durante il convegno “La tutela della salute per le coppie infertili e sterili dopo le sentenze della Corte Costituzionale”, organizzata da Hera Onlus di Catania, SOS Infertilità Onlus di Milano e Cittadinanzattiva, le stesse associazioni che nei gironi scorsi hanno presentato il primo vademecum sulle buone norme di donazione dei gameti per le tecniche di fecondazione eterologa cui si potrà ricorrere anche in Italia in seguito all’eliminazione del divieto previsto fino a pochi mesi fa dalla legge 40.

Il suo statuto parla chiaro: fra gli obiettivi dell’associazione c’è “la tutela dei donatori di gameti da abusi e sfruttamento di tipo economico riconoscendo la gratuità dell’azione”. E a chi fa appello alla mancanza di regole che garantiscano che l’abolizione del divieto di eterologa trasformi la procreazione medicalmente assistita in un campo da gioco senza arbitro le tre associazioni rispondono che “non esiste un vuoto normativo”.

Nei giorni scorsi i dibattiti sull’eterologa erano stati animati da opinioni totalmente opposte. Durante il convegno “Quale diritto per i figli dell’eterologa?”, tenutosi martedì alla Camera dei Deputati, il vicepresidente della commissione Affari sociali Eugenia Roccella aveva invece parlato proprio di “un vuoto normativo” aperto “con la sentenza della Corte”. Secondo Roccella tale vuoto coinvolgerebbe anche gli aspetti tecnici della fecondazione e “non potrà non portare la questione in Parlamento”, definendo “indispensabile” l’intervento legislativo.

Ora è necessario che in Parlamento si apra un dibattito sereno, entrando nel merito della questione

ha affermato Roccella

e ritengo che siano possibili delle convergenze trasversali, come per esempio sulla gratuità della donazione dei gameti, condizione che è già propria della tradizione solidaristica del nostro Paese.

Secondo Hera Onlus di Catania, SOS Infertilità Onlus di Milano e Cittadinanzattiva, invece,

l’eliminazione del divieto da parte della Corte è stato possibile proprio perché esiste già una disciplina in grado di regolamentare questa tecnica di Pma: la legge 40 e i decreti 191 del 2007 e 16 del 2010 in materia di donazioni di organi.

Laura Volpini, presidente Aidagg, ha aggiunto che

la donazione di gameti è un’azione di alto valore sociale e morale è il fondamento della fecondazione eterologa. Si tratta di una scelta consapevole di “condivisione” di un crescente problema sociale come quello dell’infertilità che oggi può essere finalmente affrontata con la fecondazione eterologa anche in Italia.

La sanità italiana aprirà ufficialmente le porte alla fecondazione eterologa verso la metà di questo mese di giugno, quando la Gazzetta Ufficiale pubblicherà la sentenza emessa dalla Corte Costituzionale lo scorso 9 aprile.

Come prima del 2004, sarà lecita l’ovodonazione, mentre qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio seme

spiega l’avvocato Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni.

E’ invece prevista per il 18 giugno l’udienza alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sulla possibilità di utilizzare gli embrioni a fini di ricerca scientifica, mentre il prossimo autunno la Corte Costituzionale si pronuncerà sulla possibilità che anche le coppie non sterili affette da patologie genetiche ereditarie possano accedere.

    Aggiornamento del 10 giugno.

    La motivazione che ha portato la Corte Costituzionale a dichiarare l’incostituzionalità del divieto assoluto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40 riseide nel fatto che tale divieto rappresentava

    una lesione della libertà fondamentale della coppia destinataria della legge 40 di formare una famiglia con dei figli, senza che la sua assolutezza sia giustificata dalle esigenze di tutela del nato.

    A scriverlo è la stessa Corte, precisando che il divieto

    impedendo alla coppia destinataria della legge n. 40 del 2004, ma assolutamente sterile o infertile, di utilizzare la tecnica di PMA eterologa, è privo di adeguato fondamento costituzionale. Deve anzitutto essere ribadito che la scelta di tale coppia di diventare genitori e di formare una famiglia che abbia anche dei figli costituisce espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi, libertà che, come questa Corte ha affermato, sia pure ad altri fini ed in un ambito diverso, è riconducibile agli artt. 2, 3 e 31 Cost., poiché concerne la sfera privata e familiare.

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Via | Ansa; Asca; Adnkronos

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